L’ARTE DELL’APPARECCHIARE LA TAVOLA NEL XVIII SECOLO
Nel XVIII secolo, apparecchiare la tavola era un’arte raffinata, una pratica che andava ben oltre la semplice disposizione di posate e piatti. Era un rituale che rifletteva non solo il gusto estetico, ma anche lo status sociale e ogni dettaglio contava.
Innanzitutto l’ambiente: le stanze erano adornate con arazzi e dipinti, mentre il pavimento in legno lucido risplendeva, pronto a riflettere la luce delle candele. La grande tavola di legno massiccio, rivestita da una tovaglia bianca e finemente ricamata, occupava il centro della sala e i suoi bordi venivano allineati con cura per garantire simmetria. Non c’erano tovaglioli di carta, ma tessuti pregiati come lino o seta, piegati in forme elaborate e disposti con eleganza accanto ai piatti.
I piatti, generalmente di ceramica finemente decorata, venivano disposti in modo da riflettere il servizio della casa. Al centro della tavola si ergevano alti centrotavola, spesso costituiti da composizioni floreali, frutta fresca e candela, che creavano un’atmosfera incantevole, mentre il profumo dei fiori freschi si mescolava a quello dei cibi che avrebbero ben presto deliziato gli ospiti.
Per quanto riguarda le posate, esse seguivano un rigido galateo. I coltelli, forchette e cucchiai venivano sistemati con cura: il coltello alla destra del piatto, con la lama rivolta verso l’interno, e la forchetta a sinistra. I cucchiai, utilizzati principalmente per i brodi, si trovavano sopra il piatto o a destra del coltello, a seconda delle abitudini locali. Alcuni servizi includevano anche particolari attrezzi per pesci o dolci, ognuno con il proprio posto ben definito.
Durante queste occasioni l’importanza della cristalleria non era da sottovalutare. Calici di vetro soffiato, alcuni dei quali potevano essere impreziositi da decorazioni dorate, venivano disposti con attenzione, con il bicchiere piu’ grande per il vino rosso a sinistra e quello piu’ piccolo per il vino bianco a destra. L’acqua aveva il suo recipiente dedicato. Ogni bicchiere doveva brillare, riflettendo la luce delle candele.
Non si puo’ dimenticare il pane, spesso presentato in cestini di vimini o porcellana, collocati strategicamente per permettere ad ogni commensale di servirsi comodamente. Il burro, un altro elemento cruciale, era servito fresco e, talvolta, modellato in forme artistiche.
Infine l’illuminazione: candele di diverso formato decoravano la tavola, sprigionando una calda luce gialla che creava un’atmosfera intima e accogliente.
In conclusione, apparecchiare la tavola nel XVIII secolo era un vero e proprio atto di debutto , ogni particolare parlava di gusto, cultura e status, rendendo ogni cena un evento memorabile.
